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TERRITORI STUPENDI LUNGO IL “VECCHIO SILE” E LA VIA ANNIA

Treviso > Laguna di Venezia

percorso in e-bike che innamora

Un fiume di risorgive, tutte del Veneto, sbuca nell’Oasi di Cervara e arriva fino alla Via Annia. Fu l’Antica Roma a costruire la dorsale strategica tra Adria e Aquileia. L’espansione imperiale avanzava nel Nordest dell’Italia per espandersi nella Mitteleuropa, cioè nell’Europa del Danubio.

Proprio a Portegrandi, quindi  Altino, in e-bike vedremo cose e ambienti da restare come immagati dal tanto stupore. Serenissime memorie e quelle romane sono ancora ben conservate nel locale Museo Nazionale.

Le acque risorgive sono un patrimonio ambientale e storico molto importante. Sono da fruire in modo green e da tutelare. In Italia sono pochissime. Le troviamo perlopiù sulla Pianura Padano-Veneta e la Pedemontana Etnea. Il Sile è fiume risorgivo del Veneto.   

Ma cosa sono le risorgive? Le acque piovane e fluviali, trovando terreno molto permeabile, penetrano nel sottosuolo, creano una falda freatica e poi tornano in superficie seguendo naturalmente lo stesso principio di permeabilità.

Il Sile sfocia in Adriatico vicino a Venezia, nel porto di Piave Vecchia facendo da confine tra i comuni di Jesolo e Cavallino-Treporti (ex Comune di Venezia). Fino a circa tre secoli fa sfociava a Portegrandi di Quarto d’Altino. Qui c’è Altino, antichissimo insediamento paleoveneto.

Il Museo Archeologico Nazionale di Altino è gestito dal POLO MUSEALE DEL VENETO come struttura culturale dal MiBACT.

Dopo la conquista dei Romani tutta l’area divenne territorio strategico. Scalo commerciale posizionato lungo il protostorico tracciato della famosissima Via Annia che un giorno andremo a conoscere meglio lungo tutto il suo tracciato restando nel Nordest Italiano.

Dopo Altino si ritorna a Treviso oppure andremo a Venezia

Dove nasce il Sile?

Nasce da risorgive in territorio trevigiano a Casacorba di Vedelago e padovano a Torreselle di Piombino Dese dove sta il fontanasso dea Coa Longa (coda lunga), considerato sorgente principale. Nel 1683 la  Repubblica Serenissima deviò il corso del Sile con il canale Taglio del Sile. In questo modo, i serenissimi ingegneri idraulici risolsero alcuni gravi problemi di gestione della Laguna di Venezia. Interramenti di ghebi e canali erano causati dal trasporto di sostanze fangose, sabbiose, vegetali e organiche. Trasferirono le acque sul vecchio letto del Piave, a sua volta deviato più a Est, perciò l’ultimo tratto del Sile viene chiamato Piave Vecchia.

Sono famosi i burci del Sile che trasportavano le mercanzie da Treviso a Venezia pagando prima il dazio. Lungo il Sile c’è da vedere l’affascinante scenario del cimitero dei burci.

Il Silone, tra Burano e i racconti di Hemingway

A Portegrandi il vecchio corso è ancora attivo, si può fare in barca e in canoa. Con la diramazione del Silone, dà accesso diretto in Laguna di Venezia. Il traffico nautico è regolato da chiuse. Su una di esse c’è ancora ben conservata la stele in marmo con scolpito quanto si doveva pagare alla Repubblica Serenissima per entrare in Laguna con i burci.

Il Silone si dirama in Laguna prolungato dal canale dei Borgognoni, ossia il canale che porta a Burano, l’isola capitale del Merletto. Di questo particolare itinerario ne parleremo in un secondo momento, cioè quando ci inoltreremo a scoprire natura e bellezze, storie e leggende lungo il canale dei Borgognomi attorno a Burano e Torcello. Avremo come cornice i racconti lagunari dello scrittore Ernest Hemingway.

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Tutti i materiali contenuti in questo articolo e nel sito “Terme di Venezia” sono liberamente riutilizzabili da chiunque dichiari di operare con Licenza Creative Commons (CC)4.0 Internazionale a condizione che, qualora ci fosse utilizzo nel web, siano citate le fonti e/o link, oppure date evidenze bibliografiche nei testi cartacei.

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Fonti:

  • “Sile, oasi d’acque e di sapori” – BY Visitsile Sile del 13.7.2015;
  • “La Via Annia Oggi – introduzione all’antico tracciato romano” – BY CulturaVeneto del 7.8.2013;
  • “Le strade della Via Annia – La tecnica di realizzazione del Basolato” – BY CulturaVeneto del 7.8.2013;
  • ” Il cimitero dei burci del Sile” – BY PhotoVision del 15.12.2014;
  • “Ernest Hemingway, viaggio nel Veneto” – BY Veneto The Land of Venice del 13.12.2010.

Ci sono luoghi davvero speciali, caratterizzati dall’essere comunità fondate sull’acqua, come la Venezia in versione agricola nel nord del Myanmar, ex Birmania.

Le barche sono lunghe e strette quasi ad assomigliare allo scafo delle gondole. Anche la vogata dei “contadini acquatici” ricorda, seppure fatta diversamente con

una gamba, il ritmo e l’impulso intermittente dato dai gondolieri alle gondole.

Paesaggio da favola con palafitte e orti galleggianti in grado di produrre il necessario per l’umile popolazione. Pomodori coltivati sull’acqua con una tecnica di imbonimento temporaneo di alcune parti del Lago Inle.

Progetto by Lega Navale Italiana Venezia

15 settembre 2018, data importante per gli annali marittimi di Venezia. Innovazione e Partecipazione, elemento unificatore l’Acqua. Tra laguna e mare la Socialità naviga in rima con la Sussidiarietà

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A Malamocco, l’antica Metamauco, è stato inaugurato il nuovo pontile accessibile a 360°. Progettazione curata dall’architetto Stefano Maurizio. Quindi, da sabato scorso è realtà. Infatti, è proprio il caso di dirlo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il pontile che sta sul mare.

Struttura open, disponibile per tutti gli associati con disabilità. Potranno praticare anche la Scuola di Vela. Via gli ostacoli e mai più barriere. Vivere le emozioni in compagnia, con sicurezza, è più facile tra la laguna, la terra e il mare.

Opera omologata e benedetta da terra. Poi subito provata in canale. A battezzare il pontile stava al timone il caparbio promotore Giovanni Galifi. Barca a vela Hansa 303. Seguiva a distanza la fisioterapista e coordinatrice Simonetta Rossi. Poco prima aveva relazionato da esperta e presentato il Team di supporto al pubblico presente.

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Sul gommone della Base Navale gli addetti alla sicurezza sorvegliavano le operazioni. Tutto OK. Gioia e ammirazione con tanti, meritati, applausi dalla moltitudine dei presenti.

Presieduta da Paolo Leone Rossi, la Sezione LNI Venezia conta sul sicuro supporto di centinaia e centinaia di soci, attivi e uniti alla marea di familiari, amici e simpatizzanti.

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Venezia, oltre a tradizioni e memorie della Repubblica Marinara, vanta un titolo nazionale che fa davvero onore al Paese. È stata la “Prima tra le prime”, nel senso di Sezione fondatrice della Lega Navale Italiana. All’inaugurazione è  intervenuto il Presidente Nazionale Maurizio Gemignani.

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Nel programma dell’evento, proprio per gli alti valori di Promozione Sociale e i meriti storici, sono intervente le massime Autorità marittime. Pino Musolino, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Porto di Venezia e Chioggia, seguito da Piero Pellizzari, Direttore Marittimo del Veneto e Comandante della Capitaneria di Porto di Venezia.

Quelle cittadine rappresentate dal Prosindaco del Lido Paolo Romor e dall’Assessore Simone Venturini. Apprezzata la testimonianza di collaborazione portata da Francesco Pietrobon, Presidente della Fondazione Ospedale San Camillo.

Cerimoniere il Vice Presidente Massimo Comelato e la manifestazione ha visto il ruolo attivo dell’intero Consiglio Direttivo, Segreteria e collaboratori.

Il Progetto si caratterizza per essere davvero all’avanguardia in Europa. Non esprime soltanto ottime qualità tecnologiche della struttura, cura dei dettagli, sicurezze logistiche ed ergonomiche, attenzione all’ambiente con studio di pendenze e maree.

È stata messa in rilievo la cooperazione multidisciplinare tra soggetti diversi, la preparazione professionale degli operatori, nonché la fitta rete sociale di persone a supporto della progettualità. Sono stati distribuiti cappellini ricordo, polo e braccialetti in tipico stile marinaro.

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Hanno operato insieme tantissime persone tra associati ed esperti, tecnici e imprese, volontari e personale qualificato. Oltre alle istituzioni già partner e i supporter, sono fioccate le adesioni degli sponsor. L’orizzonte dello Sport sembra possa far traguardare lo sviluppo del Progetto verso nuove rotte di Socialità.

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Anche così Venezia eccelle in Italia e l’Europa, grazie allo spirito di libertà che l’ha sempre contraddistinta. Mossa dal buon vento solidale è stata come simbolicamente aggiunta una nuova bandiera. Già, perché quella “Blu eco-label” sventola al Lido da ben 10 anni e senza interruzioni.

A sentire le opinioni di soci e famiglie presenti c’è soddisfazione per la Scuola di Vela che cresce di anno in anno. Il nuovo pontile potrà sviluppare ancor di più l’interesse dei piccoli? Potrà far crescere il coraggio di provare a conquistare qualche trofeo, bandiera o medaglia alle prossime gare?

Intanto, restando sul pezzo circa la “VelaXTutti”, lo scorso weekend a Genova è stato registrato un record di iscrizioni. Si è tenuto il Campionato Italiano Hansa 303, organizzato dalla Lega Navale Italiana – Sezione Genova Sestri su delega della Federazione Italiana Vela in collaborazione con la Classe Italia Hansa 303.

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Se son rose fioriranno. Ma, a Malamocco, si percepiva ottimismo diffuso e il Lido di Venezia sembra come pronto a rifiorire. Tra la laguna, il mare e le due bocche portuali si notano numerose qualità. Ormai, nella famosa “Isola d’Oro” sembrano esserci le carte in regola per rigenerare quel prezioso sviluppo orientato dalla Sostenibilità.

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☆ Curiosità termalismo a Venezia ☆

“Le Sirene”, gondole da bagno per signore nella Venezia dell’800

Tempo fa sono stato a Saturnia, un posto magico della Toscana. Puoi entrare senza pagare alcun ticket. Ci sono numerose piscine naturali dove si radunano in ammollo per ore e ore intere famiglie, compagnie di persone soprattutto toscani e turisti green.

Queste terme popolari si trovano in località Molino, toponimo derivante dall’antico mulino al centro delle cascate. Ci sono diverse leggende su questo magico luogo della Maremma.

A Saturnia, nel Grossetano, ci sono comunque molte strutture turistiche di notevole pregio. L’acqua termale sulfurea sgorga dalla sorgente alla temperatura di circa 37°.

E’ una terra che ben rappresenta un esempio da vivere delle eccellenze territoriali italiane. Da secoli e secoli l’acqua vaporosa regna sovrana, tutto l’anno, per la felicità di grandi e piccini.

Terme di Saturnia - foto di Vittorio Baroni - Terme di Venezia.JPG

Google Maps 3D

Tra le memorie delle Terme a Venezia, negli studi storici di Nelli-Elena Vanzan Marchini emergono alcune interessanti curiosità come la gondola da bagno.

terme a venezia in gondola - the land of venice primavera 2018 - nordest italy acqua - immagine by nella vanzan marchini

“Nel corso del Settecento, con la scoperta del termalismo marino e con la moda della villeggiatura sulle coste, lanciata dai regnanti di Inghilterra nelle gelide acque dell’Oceano, si affermarono anche le proprietà sananti dei bagni di laguna.

Dopo la caduta della Serenissima, al mito dell’intangibilità Repubblicana si sostituì l’immagine sensuale di una Venezia termale. Della città i nordici dominatori apprezzavano il clima, il tepore e la quiete dei canali lagunari. Persino alla sua nebbia si riconobbe una penetrante proprietà terapeutica.

Venezia si popolò di stabilimenti balneari galleggianti e di hotel sul Canal Grande attrezzati per offrire ogni sorta di bagni, dolci o salati, caldi o freddi, di mare o di laguna. Si applicavano anche i fanghi di Venezia o di Abano, questi ultimi più costosi perché trasportati con la ferrovia costruita nel 1846.

Si progettarono delle gondole da bagno sostituendo il fondo con una griglia e dotandole di un felze modificato per consentire al bagnante di spogliarsi e restare immerso nell’acqua, godendo in assoluta privacy dell’idromassaggio prodotto dai gondolieri che remavano contro corrente.

Vere e proprie piscine erano “le Sirene”, imbarcazioni da trasporto adattate perché le signore si bagnassero comodamente al riparo da occhi indiscreti. In una di queste si svolse il primo furtivo amplesso fra Livia e Remigio, protagonisti di “Senso” di Camillo Boito che ispirò il film di Visconti.”.

 

fonte storica:

Tra i punti di forza delle Terme Euganee c’è la storia antica della cultura termale e, a testimonianza di questo valore, numerosi sono i ritrovamenti archeologici a Montegrotto Terme.

La statua dell’imperatore Adriano è conservata al Museo Archeologico di Venezia e agli scavi romani che si possono ammirare lungo il Viale della Stazione. Gli scavi effettuati verso la fine del ‘700 e nel ‘900 hanno riportato alla luce i resti di un complesso termale costituito da tre vasche per immersione con un articolato sistema di canalizzazione. Vicino, i resti di un teatro del I sec. e un ninfeo.

Come valorizzare la storia delle Terme Euganee?

Ecco l’interessante spunto di Girolamo Zampieri, ex direttore-conservatore del Museo Archeologico di Padova fino al dicembre 2009. Il passaggio è tratto dall’intervista realizzata a fine 2006 da Luisa Calimani e pubblicata sul sito dell’Associazione Villa Draghi.

“L’idea “Museo delle Terme” nella prestigiosa sede di Villa Draghi (o altra sede idonea), nel Comune di Montegrotto, va perseguita con quella cura e attenzione che un Museo del genere esige. Le Terme: ecco la specificità del Museo; Terme, che non hanno conosciuto soluzione di continuità almeno dall’VIII secolo a.C. ad oggi, da quando cioè i Veneti antichi, nell’area dove poi sorse San Pietro Montagnon (l’attuale Montegrotto Terme), innalzarono il santuario più antico e venerato del territorio padovano, meta continua di infermi e di devoti che nell’offerta votiva cercavano di entrare in contatto con il sacro e dove la divinità manifestava il suo potere attraverso l’azione benefica delle acque solforose. Anche per Abano, la cui distinzione geografica era allora inesistente, le Terme erano fonte di benessere, luoghi d’incontri e di potere politico che nel controllo di quel bene prezioso aveva fatto la fortuna del successivo centro romano.”.

L’area archeologica di Montegrotto, dal 2001 è oggetto di studio della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Padova che opera in una vasta area archeologica, situata tra via Neroniana e la linea ferroviaria Padova-Bologna, già oggetto di indagini da parte della Soprintendenza Archeologica tra il 1989 ed il 1992. Il progetto si configura oggi come un’indagine ambientale e storico-archeologica multidisciplinare, con la diretta collaborazione di molti dipartimenti dell’Ateneo patavino e veneziano per analisi geomorfologiche, paleoambientali, antropologiche, archeometriche, geofisiche, chimiche, petrografiche.

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La novità arriva da Londra e può essere presa a modello come interessante innovazione per l’offerta del benessere alle Terme Euganee. Alle vasche di galleggiamento del Floatation Center del South London Natural Health Centre si riposa galleggiando a pelo d’acqua grazie all’epsomite, conosciuta anche con il nome sali di Epsom. Indicata per abbassare la pressione, eliminare lo stress, alleviare i dolori articolari e problemi della postura.

Shoshana Leibner nel sito FloatDreams spiega i benefici del galleggiamento, per lo stress, la salute, il lavoro, la bellezza e lo sport.

In Italia è stato introdotto a Fiuggi. Funziona molto bene al Tangerine SPA, centro benessere situato all’interno dell’Hotel Ambasciatori. Un’ora viene a costare 65€ (in facebook 30€ ai fan fino a luglio) e spiegano i benefici. Vengono eliminati gli stimoli esterni, ciò che resta è il contatto con il proprio io, con le emozioni, con il pensiero. E’ questo il grande beneficio che se ne riceve.

Limitando qualsiasi tipo di input esterno, aumenta paradossalmente la nostra consapevolezza sensoriale e il nostro corpo inizia a produrre sostanze che inducono al benessere come le endorfine. Galleggiando si eliminano le tensioni, lo stress e la stanchezza, inoltre le capacità creative e mnemoniche sono rafforzate.

Su facebook il Tangerine sottolinea  che esperienza e studi scientifici dimostrano che già dalla prima seduta si possono avere effetti benefici per diverse patologie quali dolori muscolari, insonnia, emicrania e mal di schiena. La vasca viene usata da molte società sportive, anche di golf, per il recupero dei loro atleti perché ha un effetto decontratturante dell’apparato muscolo – scheletrico.

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Tavolo dei relatori all'incontro stampa, da sx Massimo Bordin, Mauro Meneghetti, Pier Angelo Barontini, Adriano Legnaro e Gregorio Schicchitano

IL TURISTA TERMALE SI PRENDE (ANCHE) PER LA GOLA… ma, per farlo, l’hotel deve “farsi impresa” e innovare per conquistare l’eccellenza del gusto

Adriano Legnaro

Si è tenuto oggi l’incontro stampa di presentazione dell’iniziativa “L’hotel come impresa del gusto“. All’iniziativa, promossa da Adriano Legnaro del Grand Hotel Terme di Montegrotto, sono intervenuti il vice sindaco del Comune di Montegrotto Terme Adriano Bordin, Pier Angelo Barontini consulente del gusto, Mauro Meneghetti esperto di tecniche di servizio e Gregorio Schicchitano chef del Grand Hotel Terme.

Hanno partecipato giornalisti e comunicatori del settore enogastronomico, rappresentanti di Coldiretti Padova, APPE, Strada del vino Colli Euganei e Club di Prodotto Terme Enogastronomia, Neva Point.

Nell’era del turismo globale, dove l’offerta è aumentata in modo esponenziale, per battere la concorrenza anche gli hotel di stazioni termali importanti e rinomate come le Terme Euganee devono puntare sul servizio al cliente, che deve essere sempre più personalizzato, soprattutto in fatto di ristorazione, fattore decisivo più di altri nel determinare il successo di una vacanza.

Massimo Bordin

C’è infatti il turista dell’Est europeo che “vive” la cucina italiana come un’emozione da raccontare, quello d’oltralpe che, da viaggiatore più “consumato”, ha scoperto le specialità del territorio; e ancora, l’ospite occasionale in cerca di nuove proposte culinarie, quello gourmet che vuole essere solleticato da piatti interessanti e personali dello chef e infine l’ospite italiano, da sempre devoto alla cucina regionale, resa oggi più trendy dalla “filosofia” del Km zero.

Un nuovo stile di cucina per una nuova clientela termale. Consapevole di ciò, la famiglia Legnaro, proprietaria del Grand Hotel Terme di Montegrotto, albergo cinque stelle che da sempre ha nell’offerta gastronomica il proprio punto di forza, ha chiesto a Pier Angelo Barontini, affermato consulente del gusto e Mauro Meneghetti, esperto di tecniche di servizio, di orientare l’hotel verso un nuovo stile di cucina, più moderno e funzionale, adatto a soddisfare l’esigenza di una “nuova clientela termale”, che mal si adatta a orari fissi di servizio e all’appiattimento nella proposta culinaria.

Pier Angelo Barontini

Il “valore aggiunto” sta nel personale di servizio. “Forte dell’esperienza familiare nel mondo della ristorazione – racconta Adriano Legnaro – ho sempre voluto sfatare la nomea che negli hotel delle Terme si mangiasse male e nel nostro albergo, l’unico in tutte le Terme Euganee ad avere due ristoranti, uno panoramico all’ultimo piano e uno a bordo piscina, abbiamo curato sempre l’offerta gastronomica. Ma per attraversare indenni la crisi che ha investito anche il nostro comparto – continua Legnaro – abbiamo pensato di “attrezzarci” con due strumenti indispensabili a tutte le imprese, comprese quelle alberghiere, l’innovazione e la formazione, affidandoci alla professionalità di due esperti del settore come Mauro Meneghetti e Pier Angelo Barontini”.

Mauro Meneghetti

L’hotel termale, ha elaborato una nuova chiave di lettura del menu (wellness, gourmet, kilometro zero), una piccola carta del meglio della brigata di Gregorio Schicchitano, chef del Grand Hotel Terme. E soprattutto, puntato sulla valorizzazione del personale interno perché, racconta Barontini, “molto spesso le possibilità di rinnovamento si trovano già dentro le risorse umane, che si trovano bloccate nella consuetudine giornaliera e nelle necessità schematiche del lavoro ripetitivo”. D’accordo con lui anche Mauro Meneghetti, che avverte come “il valore aggiunto al piatto” stia proprio nel personale di servizio, la cui esperienza personale e professionale deve essere valorizzata e stimolata nell’ottica di rispondere al meglio alle esigenze del cliente”.

Gregorio Schicchitano

Terme Euganee, futuro polo del gusto nordestino? L’iniziativa di formazione e innovazione intrapresa dal Grand Hotel Terme di Montegrotto sarà certamente una risorsa preziosa per la Scuola Internazionale del Gusto, progetto varato di recente dall’amministrazione comunale di Montegrotto Terme – come sottolineato dal vice sindaco Massimo Bordin – con l’obiettivo di creare nel Nordest un polo del gusto di riferimento per l’area che sia in grado di esportare oltre i confini nazionali gli insegnamenti dell’arte italiana del sapori.

Ufficio Stampa:

  • Gaiares comunicazione di Marina Meneguzzi
  • tel. 049.8601978 www.gaiares.it

Presentato a Venezia l’evento del Congresso Nazionale Slow Food che si celebrerà nei giorni 14, 15 e 16 maggio 2010 ad Abano Terme (Pd).

Riportiamo qui di seguito le dichiarazioni dal sito tgpadova e i valori Slow Food dal documento congressuale.

Non solo la difesa del piacere del cibo, ma anche delle tradizioni culinarie e dei prodotti tipici di qualità: è quanto si propone l’associazione Slow Food, che dal 14 al 16 maggio terrà il suo 7/mo congresso nazionale ad Abano Terme. “Un congresso importante anche per il numero di partecipanti”, ha detto il presidente dell’associazione, Roberto Burdese, presentando l’iniziativa a Venezia: 625 delegati da tutta Italia, 16 coordinamenti regionali, oltre a 150 ospiti tra esponenti della politica, della cultura e della società civile. I lavori saranno introdotti da Roberto Burdese, cui seguirà l’intervento del presidente del Veneto, Luca Zaia. E’ prevista inoltre la presenza del ministro dell’agricoltura, Giancarlo Galan, del presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e del presidente di Coldiretti, Sergio Marini. Ricordando che tra le azioni svolte da Slow Food c’é la realizzazione a scopo didattico di 244 orti in altrettante scuole materne ed elementari, Burdese ha annunciato che nel corso dei lavori verranno stabilite le linee guida dell’associazione per i prossimi quattro anni, in particolare sui temi delle biodiversità, sui diritti alla sovranità alimentare di tutti i popoli, la lotta agli sprechi, la difesa e tutela di paesaggio, identità e tradizioni. Il congresso, ha rilevato l’assessore regionale all’agricoltura, Franco Manzato, sarà anche occasione per promuovere il territorio veneto e la sua produzione agroalimentare di qualità. “I piatti nascono dalla tradizione – ha rilevato l’assessore regionale al turismo, Marino Finozzi – e il territorio del Veneto ha la necessità di creare una rete per far conoscere le proprie pietanze”.

Prima di condividere le visioni e i progetti alla base del nostro lavoro nei prossimi quattro anni, è bene riaffermare quali sono i valori su cui si fonda il nostro impegno, che sono il cemento della nostra amicizia e danno un senso alla nostra militanza, prima ancora di pensare agli obiettivi che ciascuno di noi si pone dedicando le proprie energie fisiche e intellettuali a Slow Food.

Oggi più che mai tocca ai gastronomi salvare il mondo. Da sempre ci muoviamo animati dalla ricerca del piacere, la nostra stessa sopravvivenza (affidata al cibo e al sesso) è strettamente legata al piacere. I gastronomi consapevoli sono coloro che hanno un motivo più forte e più immediato per salvare il pianeta: conservare per sé stessi e per le generazioni future il piacere del cibo. Lo sanno bene i piccoli produttori che stanno soffrendo meno di altri per la crisi proprio perché, in anni non sospetti, hanno puntato tutto sulla qualità e oggi hanno proprio nei golosi, nelle persone disposte a pagare il giusto per il piacere del cibo e della salute, il loro riferimento. «Il futuro è dei buongustai, coloro ai quali importa del cibo e vogliono che le sue meraviglie siano assicurate anche alle generazioni future. Non sono i ricchi; sono gli attenti, i consapevoli. Chi apprezza il cibo tutela il pianeta (Colin Tudge, Feeding people is easy – l’edizione italiana è in pubblicazione da Slow Food Editore)».

Il piacere, dunque, è il primo dei nostri valori (nonché una vera e propria parola d’ordine): il piacere materiale che tuteliamo e promuoviamo, ma anche il piacere di stare assieme e di condividere grandi e piccole esperienze. Il piacere porta alla convivialità, altro valore cui non potremo mai rinunciare: piacere e convivialità, praticati prima ancora che predicati, sono i due tratti distintivi (e rivoluzionari) che hanno reso così originale il nostro messaggio e la nostra battaglia in favore di un cibo buono, pulito e giusto.

La diversità, straordinaria forza creativa, è un altro valore non negoziabile: essa non è solo biodiversità, ma è il principio che ci fa amare le differenze, il particolare, le specificità, che nel mondo Slow Food non solo hanno diritto di cittadinanza ma diventano patrimonio fondamentale, indispensabile, attorno al quale una comunità nasce, nel quale si identifica e si rafforza. Complicità e fraternità sono valori che viaggiano di pari passo, quasi in simbiosi tra loro: il sentimento di fraternità, inteso come affetto disinteressato, rende più solidi i nostri legami e permette di vivere serenamente la complicità indispensabile per permetterci di fare le cose – difficili e straordinarie – che abbiamo in animo di realizzare.

La dimensione etica, necessaria in qualsiasi attività umana, assume per noi un forte carattere sociale: non è tanto all’etica individuale che dobbiamo pensare (per quanto evidentemente anche questa sia importante, poiché la somma dei comportamenti dei singoli influisce sull’insieme rappresentato da una comunità), quanto piuttosto all’etica complessiva di Slow Food e del suo operato. In tal senso è fondamentale che sui nostri princìpi non vi siano mai compromessi: niente e nessuno può costringerci a negoziare i nostri valori, o a farci rinunciare alle idee e alle visioni che condividiamo in Slow Food. Questa cer tezza e la forza con cui ci impegniamo a non abbandonare mai il nostro cammino sono indispensabili per fare con serenità le nostre scelte, specie quando queste ci costringono a percorsi più difficili e più rischiosi.

Il dubbio (e la curiosità che è la sua figlia più nobile) sono necessari, specie per chi ha tante e solide convinzioni come sentiamo di avere noi in molti momenti e su diversi temi. Coltivare il dubbio, accompagnandolo alla curiosità, è fondamentale per non smettere mai di porsi domande e cercare risposte: il coraggio di fare domande difficili, anche a noi stessi, la capacità di celebrare le proprie vir tù ma al contempo mettersi sempre in discussione, è una impareggiabile forza per andare sempre avanti e per fare sempre meglio.

La ricerca, assieme al piacere, della bellezza (intesa come unione di estetica ed etica) e – infine – della felicità, dovrebbe essere la somma massima dei nostri valori e del senso di viverli assieme, come un prezioso bene comune da scoprire, custodire, condividere, rendere vivo, arricchire e trasmettere agli altri.

fonti: